Additivi e conservanti: non c’è nulla* da temere

Macarons color pastello impilati su una superficie di legno.

La diffidenza verso l’industria alimentare è ai massimi storici. I titoli allarmistici su presunti veleni nascosti negli alimenti che consumiamo quotidianamente sono all’ordine del giorno. In questo rumore informativo spesso sono gli additivi alimentari a essere sotto accusa. Per tutta risposta le aziende spaventate assecondano la paranoia collettiva e adottano politiche di greenwashing e clear label, le quali non fanno altro che esacerbare il vero problema che no, non sono gli additivi. Il vero problema è proprio questa visione distorta della realtà. Con questo articolo, spero di riuscire a fare chiarezza su cosa sono gli additivi e sulla sicurezza di queste sostanze.

 

Inoltre ti mostrerò qual è il vero pericolo rappresentato dagli additivi perché sì, in fondo il pericolo c’è, anche se non è quello che credi.

 

Dalla definizione di additivi alimentari fornita dall’Unione Europea appaiono chiare tre cose:

  • Gli additivi principalmente utilizzati sono coloranti, conservanti, antiossidanti, e agenti lievitanti;

  • Gli additivi hanno un ruolo assolutamente marginale all’interno dell’alimento finale;

  • Tutti gli additivi autorizzati e attualmente in uso sono stati estensivamente studiati e la loro sicurezza, in particolare nel contesto in cui vengono utilizzati, è stata ampiamente dimostrata.

 

Mi soffermo su quest’ultimo punto. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) valuta approfonditamente la sicurezza di una sostanza, stabilisce dosi massime di assunzione e monitora eventuali effetti collaterali. Solo le sostanze che superano questo processo severo possono essere utilizzate su larga scala. Il controllo del rispetto delle norme europee sulla sicurezza alimentare è capillare, e l’inadempienza prevede severe sanzioni economiche e penali. In altre parole, tutto ciò che troviamo sugli scaffali del supermercato è esente da additivi tossici. L’idea che l’industria possa “infiltrare” sostanze dannose negli alimenti è un delirio complottistico.

 

Gli additivi, oltre a essere sicuri, sono utili.

 

I conservanti aumentano la shelf-life e migliorano la sicurezza degli alimenti, impedendo ai microorganismi di proliferare. Gli antiossidanti prevengono cambiamenti strutturali nella componente lipidica degli alimenti, assicurandone una maggior qualità e rallentando la formazione di composti rancidi. Gli agenti lievitanti migliorano le proprietà organolettiche (aspetto, consistenza, profumo, gusto) dei prodotti da forno. I coloranti, be’, colorano il cibo, rendendolo più appetibile (pensiamo ad esempio ad alimenti processati a base vegetale come “affettati” e altri sostitutivi della carne).

 

Per assurdo, eliminare i conservanti dagli alimenti comporterebbe un forte aumento dello spreco alimentare, dovuto alla riduzione della shelf life.

 

Gli additivi molto spesso sono sostanze “chimiche” naturalmente presenti negli alimenti.

 

Nonostante il termine “chimica” abbia acquisito un connotato generalmente negativo, la natura stessa è chimica. Le piante producono migliaia di composti chimici di rilevanza farmacologica, tecnologica e alimentare. Alcuni di questi composti sono additivi particolarmente utili. Se leggi abitualmente le etichette sul retro delle confezioni degli alimenti, ti sarà capitato spesso di trovare l’acido ascorbico (E300) tra gli ingredienti. Questa sostanza con un nome così brutto in realtà altro non è che la vitamina C: un composto acido dal forte potere antiossidante, utile per conservare gli alimenti. Un altro additivo molto usato è la pectina (E440), un gelificante ricavato dalla frutta. Ulteriori esempi sono il licopene (E160D), altro ossidante contenuto nei pomodori, e la lecitina (E322), emulsionante presente nella soia e nel tuorlo d’uovo. Uno dei coloranti più utilizzati è l’estratto di barbabietola (E162).

 

Gli additivi di sintesi sono equamente sicuri. L’importante è il dosaggio, non l’origine della sostanza.

 

Non si può non citare il glutammato monosodico o MSG (E621), un semplice esaltatore di sapidità, tipicamente utilizzato nei dadi di brodo, che per anni è stato l’oggetto di polemiche basate su teorie infondate. Studi scientifici hanno dimostrato che il MSG è innocuo nelle quantità in cui viene impiegato negli alimenti, e che le reazioni avverse riportate sono frutto di autosuggestione. Un altro esempio di additivo artificiale è il nitrito di sodio (E250), aggiunto alle carni trasformate (salumi e insaccati) per impedire la crescita del Clostridium botulinum, il batterio produttore della nota tossina botulinica, una delle molecole dalla più elevata attività neurotossica (l’ingestione di alimenti contaminati con questa tossina risulta letale se non si ricevono rapide cure mediche).

 

Gli studi che suggeriscono potenziali effetti negativi legati al consumo di determinati additivi, utilizzano dosaggi volutamente irrealistici al fine di suscitare scandalo, magari cercando di promuovere alternative “senza additivi”.

 

In buona sostanza, nessun alimento considerato isolatamente può avere un impatto significativo sulla salute; né in male, né in bene. Ciò che conta è l’equilibrio della nostra alimentazione e del nostro stile di vita.

 

Demonizzare gli additivi è un atteggiamento poco razionale e che ci distoglie dalla cosa veramente importante per la nostra salute: una dieta bilanciata, ricca di alimenti freschi e minimamente processati, e povera di inutili paranoie.

 

Le politiche di clear label, peraltro incentivate dalla nota applicazione con il logo arancione che non intendo nominare per non fare pubblicità, distolgono l’attenzione dal vero problema. Pongono davanti ai nostri occhi un fantoccio dicendoci che quello è il nemico. La realtà è molto più complessa di così.

 

Ebbene, il vero e unico rischio legato agli additivi è rappresentato dagli alimenti in cui sono contenuti.

 

Bibite zuccherate, carni trasformate, dolci. Questi sono alimenti che vanno consumati con moderazione. La composizione di questi gruppi alimentari fa sì che un loro consumo eccessivo sia causa di malattie metaboliche. Il problema non sono gli additivi, ma gli alimenti stessi! Il punto è proprio questo: se la nostra dieta si basa su alimenti minimamente processati (quindi per definizione poveri di additivi), tutti i discorsi sugli additivi artificiali ci dovrebbero interessare ancora meno. Al contrario, se abbiamo una dieta ricca di alimenti processati come quelli nominati sopra, gli additivi sono l’ultimo dei nostri problemi. Le versioni “senza additivi” degli alimenti non hanno senso di esistere.

 

Il timore verso additivi e conservanti è il risultato di disinformazione e sensazionalismo. Gli alimenti confezionati che consumiamo sono sicuri, regolamentati e costantemente monitorati dalle autorità competenti. Invece di cadere nella trappola della paura, possiamo scegliere di informarci in modo critico e consapevole, evitando inutili allarmismi. La vera minaccia per la nostra salute non sono le “E” sulle etichette, ma una dieta sbilanciata, ricca di cibi ultra-processati e povera di nutrienti essenziali.

 

 

Se questo articolo ha innescato in te alcune riflessioni e vorresti condividerle con me, ti invito a farlo inviandomi un’e-mail all’indirizzo che trovi in fondo alla pagina. Sarò felice di leggerla e risponderti. Allo stesso modo, per qualsiasi domanda non esitare a scrivermi. Potrei usarla come spunto per uno dei prossimi articoli!

 

A presto,

 

Matteo

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